• Dicembre 15, 2022
di Giuseppe Pellicanò

Immigrati

Bianco: “Comuni e sanità territoriale siano squadra nella gestione malattie infettive dei migranti”

Il presidente del Consiglio nazionale è intervenuto alla presentazione del Progetto ACCESS, CURE, CARE che si propone di incrementare attività di sensibilizzazione, formazione, screening e linkage to care per le principali malattie infettive che interessano la popolazione migrante in Italia.
Bianco: “Comuni e sanità territoriale siano squadra nella gestione malattie infettive dei migranti”

“E’ importante avviare collaborazioni per incrementare attività di sensibilizzazione, formazione, screening e linkage to care per le principali malattie riguardanti i migranti e, in un’ottica di una rete più ampia, con il coinvolgimento anche di soggetti pubblici e privati impegnati sulla vulnerabilità psichica. Bisogna fare squadra tra Comuni e sanità territoriale per cercare di affrontare questioni che ogni singolo ente da solo non è in grado di risolvere”. Lo ha affermato Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci intervenendo alla presentazione del Progetto ACCESS, CURE, CARE che si propone di incrementare attività di sensibilizzazione, formazione, screening e linkage to care per le principali malattie infettive che interessano la popolazione migrante in Italia.
Bianco ha indicato alcune proposte che nascono dall’esperienza accumulata negli anni dalla rete SAI in prima linea nell’accoglienza ed integrazione dei migranti che arrivano in Italia. Innanzitutto, ha segnalato la necessità che vi sia “una garanzia per gli enti locali di poter attivare servizi, con le necessarie risorse, secondo un lavoro di sinergia, collaborazione interistituzionale e presa in carico integrata con i servizi sanitari territoriali”. Altrettanto importante è che intervenga una corretta diagnosi dei casi inviati alla rete SAI soprattutto da situazioni di emergenza e da sbarco. In questo senso, il presidente del Cn Anci ha rimarcato “l’esigenza di servizi alla frontiera capaci di intercettare gli “specific needs” e quindi orientare al meglio l’inserimento in accoglienza all’interno della rete SAI.
Bianco ha anche fatto riferimento alla “complessa” interlocuzione con i servizi sanitari: “Non si può e non deve mettere in discussione la natura prettamente socio-educativa dei progetti SAI – ha evidenziato sono progetti di accoglienza temporanea e nulla hanno o devono avere a che fare con residenze sanitarie assistenziali, di cui invece esiste un bisogno ampio ed urgente”.
Più in generale il presidente del Cn Anci ha riferito delle costanti segnalazioni di difficoltà ad attivare percorsi di presa in carico sanitaria. Si tratta di “criticità che determinano di fatto una sottoesposizione sanitaria per i beneficiari accolti nei progetti del SAI, determinando, inoltre, gravi ostacoli e battute di arresto per i percorsi di inclusione socio-lavorativa.
Infine, un cenno alla particolare gravità e urgenza che costituiscono i nuovi flussi di minori stranieri non accompagnati. “Tale un flusso provoca l’incremento di bisogni molto complessi derivanti da condizioni di multi-vulnerabilità sociale e sanitaria, sia fisica che mentale”, ha concluso.