- Ottobre 15, 2018
Libri
Avvistamenti. Aiuto: il freddo sta sparendo! Il libro non fiction di Roberto Casati
A questo tema il filosofo Casati ha dedicato un diario saggistico-narrativo. Diario di un anno in New Hampshire (New England), regione esposta ai venti polari, dove l’autore trasloca con la famiglia per un insegnamento al college locale.Il premio Elsa Morante di Procida è stato vinto ex aequo da “A misura d’uomo” di Roberto Camurri (edizioni NN) e dalla “Lezione del freddo” di Roberto Casati (Einaudi). Soffermiamoci su questo secondo titolo. Non è una esagerazione o una fantasia apocalittica pensare che tra 100 anni il freddo potrebbe sparire dalla faccia della terra. A questo tema il filosofo Casati ha dedicato un diario saggistico-narrativo. Un libro di nonfiction, anche se contiene molto racconto ( e anzi molto splendido racconto): La lezione del freddo (Einaudi). Diario di un anno in New Hampshire (New England), regione esposta ai venti polari, dove l’autore trasloca con la famiglia per un insegnamento al college locale. Prosa di nonfiction: sia elegante, affilata, precisa, e sia anche lirica, evocativa (negli ultimi anni la nonfiction ha avuto molti riconoscimenti: due Nobel a autori di reportage, Naipaul e Alekseievic, e vari premi Strega pure alla prosa morale e autobiografica).
Il resoconto quotidiano di Casati diventa esercizio spirituale, prontuario, manuale di sopravvivenza e saggezza stoica, quasi manifesto “civile”, tra orsi, cani, scoiattoli, topi, foreste impenetrabili e incendi. Intenzione del libro è snidare il freddo prima che scompaia. I nostri nipoti conosceranno solo quello artificiale: frigoriferi in cui tenere un simulacro della neve che fu. Il diario di Casati ci propone un elogio del freddo tutt’altro che “freddo”. E’ anzi riscaldato da una immaginazione empatica (empatia con persone, animali e cose) e da uno stile scintillante. Delle molte perle di sapienza contenute in queste pagine mi limito a citare un brano (da antologia) sul valore della ridondanza, grande motore biologico ignorato nella nostra cultura dell’impazienza: contro la mania bocconiana dell’ottimizzazione ricordiamoci che la ridondanza è la norma della vita (abbiamo 5 dita anche se 4 basterebbero). (Filippo La Porta)