• Giugno 18, 2019
di Federica Demaria

Caporalato

Anci: “Superare emergenza con politiche integrate che tengano conto del punto di vista dei sindaci”

Dare piena attuazione alla legge 199/2016; realizzare una mappatura dei territori legata alla stagionalità della raccolta; dare attuazione ad un approccio sistemico integrato di accoglienza. Queste alcune delle richieste Anci alle Commissioni Lavoro e Agricoltura della Camera dei deputati

Dare piena attuazione alla legge 199/2016 per scongiurare il reato del caporalato; realizzare una mappatura dei territori legata alla stagionalità della raccolta per comprendere flussi e movimenti dei lavoratori; dare attuazione ad un approccio sistemico integrato di accoglienza attraverso un’organizzazione delle risorse e delle forze territoriali.
Queste in sintesi alcune delle richieste che Anci ha espresso alle Commissioni riunite Lavoro e Agricoltura, presso l’Aula della Commissione Agricoltura, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul fenomeno del caporalato in agricoltura.
A rappresentare l’Associazione dei Comuni Italiani, il sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà.
“Superare la fase emergenziale per costruire politiche integrate che tengano conto del punto di vista dei sindaci è una urgenza non più prorogabile”, ha detto Idà che ha evidenziato la necessità di partire proprio dalla Legge 199/2016 che, pur costituendo un passo in avanti nel contrasto di tale fenomeno, esige l’attuazione del cosiddetto modello Uniemens che obbliga l’imprenditore a comunicare all’Inps le giornate lavorative dei braccianti così da scongiurare il reato del caporalato.”
A questo, ha precisato Idà, “si somma l’opportunità di governare i flussi secondari di lavoratori, spesso migranti, e di concentrare l’attenzione sui numeri e sulle presenze fluttuanti delle persone che si muovono sui territori per lavorare”.

Il fenomeno del caporalato in agricoltura rappresenta, infatti, una problematica di significativo impatto sociale ed economico, soprattutto in alcune aree del nostro Paese e la dimensione del fenomeno non è facilmente quantificabile in quanto oltre alla sua complessità, risente certamente di una cifra oscura legata al sommerso e all’illegalità, come emerso anche dalle più recenti inchieste avviate dalla magistratura.
In tal senso, i numeri del caporalato in Italia rappresentano delle stime di riferimento, elaborate perlopiù da osservatori e associazioni di riferimento anche per gli Enti locali e pertanto, considerata la rilevanza del fenomeno e tenute in considerazione la sostenibilità delle azioni e la flessibilità delle misure, da adattare alle specifiche caratteristiche e ai fabbisogni dei territori, diventa fondamentale “realizzare una mappatura dei territori interessati dal fenomeno creare di tavoli territoriali di coordinamento presso le Prefetture coinvolgendo gli attori interessati oltre – ha concluso il sindaco di Rosarno – ad una diversificazione delle soluzioni alloggiative a seconda delle esigenze territoriali e dei beneficiari agevolando anche i percorsi dal luogo di alloggio al posto di lavoro con mezzi idonei e sicuri”.


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