• Agosto 2, 2013
di anci_admin

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Anci Rivista – Boris Johnson e la sfida di governare Londra

Un programma radiofonico tutto suo, uno spazio sul Daily Telegraph e molta energia, la stessa ch...

Un programma radiofonico tutto suo, uno spazio sul Daily Telegraph e molta energia, la stessa che caratterizza la città che ormai guida dal 2008. Lui è Boris Johnson, primo cittadino di Londra, al quale il numero estivo di Anci Rivista dedica un breve profilo puntando su tre aspetti cruciali della sua politica locale: trasporti, edilizia e sviluppo economico e sociale.
Un uomo che “ha avuto il grande merito di rendere il ‘Mayor’ di Londra una figura politica di spicco”.
Tra luci ed ombre Johnson governa la città dal 2008. La principale emergenza resta l’edilizia popolare: dalla mancanza di alloggi, agli affitti carissimi che prosciugano più del 50% degli stipendi delle famiglie.
Per far fronte ai bisogni della metropoli, che nel 2030 potrebbe arrivare ad ospitare 10 milioni di persone, all’inizio di giugno il sindaco ha chiesto maggiore autonomia finanziaria per la città e la possibilità, per i consigli municipali locali, di indebitarsi per costruire nuovi complessi residenziali senza che questo pesi sui bilanci. Purtroppo ad oggi dopo due mandati, nonostante le promesse di 100 mila nuove case a prezzi accessibili, ne sono state completate solo 8114. 
Altra impresa titanica è la gestione del traffico. Boris ha legato la sua immagine alla biciletta, le 8000 ‘Boris’ bike pubbliche sono diventate la sua firma, e da gennaio Johnson ha nominato un ‘commissario per il ciclismo’ incaricato di studiare una soluzione per ridurre il numero di incidenti su due pedali (40 mortali negli ultimi due anni) con l’obiettivo di raddoppiare il numero di ciclisti nella capitale.
Per superate, invece, il tabu ‘underground’ – efficientissima ma dai costi esorbitanti (un abbonamento mensile per le zone centrali costa 116 sterline!) – il sindaco ha esteso a 17 anni la possibilità di viaggiare gratis per i giovani dai 12 anni in su.
Infine, il contenimento dei disordini e delle sommosse iniziate nel 2011 nella metropoli per una concomitanza di cause che vedono povertà e ricchezza convivere gomito a gomito, ha spinto Boris ad andare oltre le sue funzioni e reclamare maggiore autonomia al Governo centrale a partire dal sistema educativo londinese, chiedendo che passi, almeno in parte, sotto il controllo della City Hall. (fdm)