- Settembre 19, 2022
Alluvione Marche
Anci in contatto costante con Anci Marche. I sindaci: “Zone colpite non diventino meta turistica”
Comincia la conta dei danni. Coldiretti quantifica in milioni di euro i danni per il settore agricolo. L'Abi sospende i mutui e gli amministratori ammoniscono: "Evitare confusione. Chi vuole dare una mano si iscriva ai gruppi di soccorso comunali”“Voglio credere che Mattia sia vivo”. Il papà del bambino strappato dalle onde di fango dalle braccia della madre e ancora disperso non perde le speranze. “Non dormo da tre giorni ma devo ritrovare Mattia”. Tiziano Leoni non si da’ pace, come i parenti della 56enne Brunella Chiù, la seconda dispersa a causa dell’alluvione che ha flagellato le Marche lo scorso venerdì.
Quella trascorsa, però, è stata ancora una notte di ricerche senza esito nel Senigalliese anche se le squadre di soccorso continuano nelle ricerche. Ai due disperi si aggiungono, ad oggi, le vittime accertate sinora, salite a 11 tra Pianello di Ostra, Senigallia, Barbara, Trecastelli, Serra de’ Conti, Rosora.
Per bocca del presidente Antonio Decaro è arrivata subito la solidarietà dell’Anci, che si è messa in contatto con Anci Marche e la sua presidente Valeria Mancinelli, per mettere a disposizione la propria struttura al servizio delle amministrazioni colpite.
E come di consueto cominciano le prime stime dei danni. Una prima e sommaria conta parla di oltre 800 milioni di danni nel pesarese, mentre a Senigallia sono 9.560 i cittadini residenti coinvolti nell’alluvione. A riferirlo è stato ieri (domenica 18 settembre) il sindaco della cittadina Massimo Olivetti nel corso di una conferenza stampa. “Le persone che abbiamo sistemato in hotel sono 42, mentre 12 anziani hanno trovatoriparo presso la Fondazione città di Senigallia. In nostro aiuto – ha detto Olivetti – è già arrivata la colonna mobile della Protezione civile dell’Abruzzo e domani arriverà quella dall’Umbria”, mentre, al momento, non è previsto un intervento dell’Esercito. Ed è di oggi la notizia della sospensione di tutto il trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, “nelle giornate di lunedi 19 e martedì 20 settembre, dalle 00.00 alle 24.00, per motivi di sicurezza legata alla non completa transitabilità di molte vie del territorio”.
Interviene anche il sindaco di Pesaro Matteo Ricci. “E’ una tragedia” dice, ed è anche “la dimostrazione che la priorità, per chi ha il coraggio di guardare i propri figli negli occhi, non può che essere l’ambiente”. “Cosa altro deve succedere – si chiede Ricci – per mettere al centro dell’agenda della politica italiana e mondiale la questione ambientale e la lotta al cambiamento climatico?”.
Colpita duramente anche al comunità di Frontone, sempre ne pesarese, come riferisce il sindaco Daniele Tagnani: “Abbiamo tirato fuori la gente dalle case e l’abbiamo salvata, ed è ed è quello che conta. Il territorio è devastato, una situazione drammatica, intere frazioni inaccessibili, le strade praticamente non esistono più. Cose mai viste, una potenza dell’acqua inaudita che veniva giù da tutte le parti, la frazione di Caprile è totalmente da rifare. Ponti crollati, attraversanti che non esistono più, non abbiamo più acqua e le fogne sono saltate non so nemmeno dopo mettere le mani. Io dall’altra notte sono a spalare con gli operai, è dura ma siamo sul pezzo”.
Così come “sul pezzo” sono i cittadini che da tante parti d’Italia si stanno mobilitando per dare una mano. Ma Alessandro Piccini, sindaco di Cantiano tra i Comuni più danneggiati, avverte: “Ci sono tante persone che in maniera autonoma si stanno dirigendo in queste ore a Cantiano e verso gli altri Comuni alluvionati per potere prestare aiuto sul posto. Ma così facendo il rischio è di mettere in pericolo sé stessi e gli altri. E’ quindi un comportamento fortemente sconsigliato, perché crea ulteriori criticità in queste ore molto delicate, ritardando le operazioni di soccorso. Chi volesse prestare aiuto deve prima iscriversi nei gruppi comunali o nelle associazioni del sistema regionale di protezione civile per diventare volontario”.
Su facebook un altro monito arriva dalla prima cittadina di Barbara, Riccardo Pasqualini: “Le zone colpite non sono musei o attrazioni turistiche. Se non si è coinvolti con i soccorsi o nell’aiuto alle persone, siete pregati , anzi siete obbligati a non frequentare la zona , così da lasciare spazio a chi opera nei soccorsi. Confidiamo sul buon senso e sulla collaborazione”.
E arriva anche il primo e parziale monitoraggio della Coldiretti in cui oltre a segnalare la solidarietà tra gli agricoltori, che si stanno aiutando tra loro per pulire i terreni e ripristinare la funzionalità dei mezzi, si parla di “milioni di euro i danni provocati dal maltempo nelle campagne delle Marche. Oltre alle colture distrutte – sottolinea l’associazione ci categoria – ci sono serre, impianti di irrigazione, attrezzature, trattori e altri mezzi agricoli e impianti di trasformazione alimentare inutilizzabili e sommersi dal fango e anche, con le idrovore che non riescono a togliere la melma”. “Servono fondi e una normativa in deroga – afferma Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – per semplificare un carico burocratico che, come è oggi, porterebbe alla paralisi totale e quindi all’abbandono del territorio”.
A sostegno delle popolazioni colpite scende in campo anche il mondo bancario. Nella giornata di domenica l’Abi ha diffuso una circolare alle banche per dare immediata attuazione alla sospensione dei mutui.
Sul versante del primo soccorso prosegue da tre giorni l’intervento dei 250 Vigili del Fuoco della provincia di Ancona e di 100 in di quella di Pesaro Urbino che da venerdì 15 hanno portato a termine rispettivamente 600 e 300 interventi. Intanto nella giornata di oggi 19 settembre il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio effettuerà sopralluoghi nelle zone colpite, partendo dalla provincia di Pesaro (Cantiano, Serra Sant’Abbondio, Frontone, Pergola), per poi passare in quella di Ancona. Nel pomeriggio Curcio dovrebbe partecipare ad una riunione presso il Centro Coordinamento Soccorsi (Ccs) presso la Protezione civile regionale delle Marche a cui dovrebbero prendere parte anche i sindaci dei Comuni maggiormente coinvolti.